Parodontologia
E’ la branca dell’odontoiatria che si occupa della cura dei tessuti di sostegno dei denti (tessuti parodontali).
Il 60% della popolazione adulta è affetta da una forma di malattia parodontale. E’ una delle patologie più diffuse del globo: nei paesi occidentali la prevalenza sopra i 35 anni è del 47%, sopra i 65 del 60%.
La malattia parodontale è una malattia infettiva causata dall’accumulo di batteri su denti e gengive (placca batterica). La placca batterica, se non rimossa efficacemente durante le manovre di igiene orale, tende a stratificarsi favorendo la crescita di alcuni ceppi di batteri responsabili dell’infezione. Inizialmente questa colpisce la parte più superficiale delle gengive (gengivite), i cui primi sintomi sono arrossamento, gonfiore e sanguinamento. Il sanguinamento è sempre espressione di patologia, ma, se trattata in queste prime fasi, si ottiene generalmente una guarigione completa.
In alcuni soggetti l’infezione può cronicizzarsi tendendo ad approfondirsi nello spazio tra radice del dente e tessuto gengivale (parodontite). Nelle forme più avanzate viene colpito anche l’osso di supporto che inizia a riassorbirsi fino provocare la perdita del dente.
Queste forme avanzate rappresentano la sesta patologia più frequente al mondo (11% della popolazione, 7-8 milioni in Italia). In questa fase i tessuti gengivali appaiono scollati dal dente, formando le così dette tasche gengivali, condizioni in cui i denti possono apparire più lunghi per la retrazione della gengiva e diventare mobili.
Esiste una suscettibilità alla malattia parodontale per alcuni individui. Questa suscettibilità può essere su base genetica con una tendenza a una risposta infiammatoria esagerata, che provoca la distruzione dei tessuti. La suscettibilità acquisita invece è legata alla presenza di fattori predisponenti come il diabete, l’obesità, l’artrite reumatoide, la sindrome metabolica, lo stress, il fumo di tabacco. E’ assolutamente necessario intervenire nelle fasi iniziali della parodontite in quanto il riassorbimento osseo è un processo irreversibile.
Per poter stabilire la gravità della malattia e poter impostare un piano di trattamento adeguato, il paziente deve essere sottoposto ad una visita parodontale che utilizzerà in primo luogo una sonda per misurare la profondità delle lesioni e successivamente verrà impiegato l’uso di radiografie che daranno informazioni sui danni ossei.
I trattamenti non chirurgici di levigatura radicolare sono effettuati per trattare lesioni di media profondità e come approccio preparatorio per lesioni più profonde che necessiteranno successivamente di trattamento chirurgico. Ai trattamenti non chirurgici possono essere associate sedute di decontaminazione laser-assistita e trattamenti antimicrobici locali. Tutte le terapie sono comunque finalizzate all’eliminazione dei fattori che alimentano l’infezione, cioè la placca e il tartaro, e correggere la profondità delle tasche, per facilitare il mantenimento igienico da parte del paziente.
In alcuni tipi di lesioni e in pazienti selezionati, possono essere applicate tecniche chirurgiche rigenerative per ricreare nuovo osso. Per ottenere questi risultati si ricorre all’inserimento nelle lesioni di materiali che hanno la capacità di favorire la ricrescita ossea